Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD), cosa comporta per le aziende
L’obiettivo della nuova direttiva è garantire il rispetto degli standard applicabili in materia di diritti umani e tutela dell’ambiente, in riferimento alle proprie operazioni, le operazioni delle proprie controllate e le operazioni all’interno della propria catena del valore.
Procede spedita verso la definitiva approvazione la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD), la direttiva per prevenire e mitigare gli impatti ambientali e sociali delle aziende lungo la catena di fornitura. Di recente, infatti, il Parlamento Europeo ha adottato, in seduta plenaria, la sua posizione sulla CSDD, dopo la prima approvazione da parte della Commissione Giuridica del Parlamento nell’aprile 2023. Questa direttiva rappresenta un punto di svolta fondamentale per colmare il vuoto normativo che ha fatto seguito alla globalizzazione, in cui i mercati si sono evoluti molto più velocemente dei diritti.
L’obiettivo della nuova normativa è quello di garantire il rispetto degli standard applicabili in materia di diritti umani e tutela dell’ambiente, in riferimento alle proprie operazioni, le operazioni delle proprie controllate e le operazioni all’interno della propria catena del valore, svolte da soggetti con cui l’azienda ha una relazione commerciale stabile. Questo comporta, per le imprese interessate, l’obbligo di sottoporre i propri fornitori a dei sistemi di monitoraggio, per esempio attraverso audit periodici, lungo l’intera catena di approvvigionamento globale, includendo tutte le relazioni commerciali dirette e indirette. Il fine ultimo è quello di promuovere un’economia globale più equa e sostenibile, nonché un governo societario responsabile.
Per quanto concerne i diritti umani, le imprese dovranno vigilare sulla presenza eventuale di lavoro forzato, lavoro minorile, salute e sicurezza sul lavoro inadeguate, sfruttamento dei lavoratori. Invece, per quanto riguarda il clima, la direttiva obbliga le aziende ad adottare degli obiettivi climatici science based e dei piani di transizione coerenti con l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi, come imposto dall’Accordo di Parigi. Sarà, inoltre, obbligatorio inserire gli obiettivi climatici nella remunerazione variabile dei top manager. Per quanto riguarda l’ambiente, il Parlamento ha definito quali sono gli aspetti che devono essere tenuti sotto controllo dalle aziende: il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, il degrado degli ecosistemi terrestri, marini e d’acqua dolce, il disboscamento, il consumo eccessivo di materiale, acqua, energia e altre risorse naturali, la produzione dannosa e la cattiva gestione dei rifiuti, comprese le sostanze pericolose.
Ma quali sono le aziende coinvolte dall’ambito di applicazione della CSDD?
- Le grandi imprese UE che, nell'ultimo esercizio sociale, abbiano avuto in media oltre 500 dipendenti e abbiano realizzato un fatturato netto, a livello mondiale, superiore a 150 milioni di euro.
- Le medie imprese UE le quali, pur senza soddisfare i requisiti precedenti, operano in settori merceologici a elevato impatto di sostenibilità ambientale (tessile, pellami e calzature, commercio all'ingrosso di tessuti e abbigliamento, agricoltura, silvicoltura e pesca, fabbricazione di prodotti alimentari, allevamento di bestiame e legname, estrazione di risorse minerarie, fabbricazione di prodotti in metallo di base e commercio all'ingrosso di risorse minerarie) e che, nell'ultimo esercizio sociale, abbiano avuto in media oltre 250 dipendenti e abbiano realizzato un fatturato netto, a livello mondiale, superiore a 40 milioni di euro.
- Le imprese extra-UE che abbiano realizzato, nel penultimo esercizio sociale, un fatturato netto, a livello mondiale, superiore a 150 milioni di euro o, alternativamente, soddisfino entrambe le condizioni della generazione di un fatturato compreso tra i 40 e i 150 milioni di euro che sia imputabile, per almeno il 50%, allo svolgimento delle già citate attività economiche a elevato impatto di sostenibilità.
Tutte queste aziende dovranno prevenire e attenuare gli impatti negativi potenziali e arrestare gli impatti negativi effettivi, predisponendo e implementando un piano operativo di prevenzione, contenente scadenze ragionevoli e precise. Sarà necessario implemenatre anche piani correttivi e identificare indicatori qualitativi e quantitativi per misurare i progressi fatti. Ogni azienda dovrà, inoltre, richiedere ai suoi partner commerciali specifiche garanzie contrattuali per il rispetto del proprio codice di condotta. Infine, le imprese interessate dovranno effettuare sul proprio sito internet, entro il 30 aprile di ciascun anno, la comunicazione al pubblico sugli obblighi di due diligence implementati nell'anno precedente. In caso di mancata osservanza della CSDD, gli Stati membri della UE dovranno porre sanzioni a carico delle imprese inadempienti, che si affiancheranno a un regime di responsabilità civile.
Se sei un’azienda interessata dalla nuova direttiva europea, dovrai verificare esattamente da dove provengono le merci fornite, come vengono prodotte e quali conseguenze hanno sull’ambiente, sul clima e sui diritti umani. Nel caso di importazioni dai Paesi del Sud Globale, il controllo dell’intera catena di approvvigionamento potrebbe rivelarsi una sfida ancora più grande.
Al fine di prepararti al meglio a tutti i requisiti della nuova normativa, sarebbe utile condurre un continuo risk assessment. Con l’aiuto di un business partner audit come DNV, potrai contemporaneamente adempiere e documentare i tuoi obblighi di due diligence. Esperta sia nel campo della sostenibilità che in quello della due diligence sui diritti umani, DNV potrà aiutarti ad affrontare tutte le complessità normative e pratiche della CSDD.
Cosa può fare DNV per preparare la tua azienda alla CSDD
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05/02/2024 23:00:00