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Come le imprese hanno utilizzato l’iper ammortamento

Dalle dichiarazioni dei redditi 2017, i dati su come è stata utilizzata la misura prevista dal Piano Industria 4.0.

In base al nuovo rapporto 2019 “Dove va l’Industria italiana”, realizzato dal Centro Studi di Confindustria, emerge che le PMI si dimostrano protagoniste nell’utilizzo della misura del super e dell’iper ammortamento  del Piano Nazionale Industria 4.0, per la Digital transformation.

Analizzando le dichiarazioni dei redditi per l’anno 2017 delle società di capitali italiane, gli investimenti realizzati sono stati di 5 miliardi per i beni di investimento materiali e 3,3 miliardi per i beni immateriali.  

Sono state circa 8mila le aziende che hanno utilizzato la possibilità di dedurre il 150% in più per i beni materiali nuovi, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale (iper ammortamento), e circa 18mila quelle che hanno dedotto il 40% in più sul costo dei beni immateriali come i sistemi IT o le attività di system integration (super ammortamento).
A questi si aggiungono gli investimenti di circa 7mila tra aziende individuali e società di persone.

Si tratta comunque di sottostime dato che molti, non essendo riusciti a ricevere e a interconnettere i beni strumentali ordinati entro il 31 dicembre 2017, hanno potuto dedurli solo nella successiva dichiarazione dei redditi del 2018. Si calcola che circa il 46% del totale degli ordini del 2017 non sia stato consegnato per tempo, dato che porta la stima degli investimenti in beni strumentali materiali ammissibili per l’iper ammortamento, a 10 miliardi di euro, in linea con le previsioni del Governo al lancio della misura destinata a favorire la digitalizzazione nelle aziende del nostro paese.

È l’industria manifatturiera a rappresentare il settore che ha fatto maggior uso della misura dell’iper ammortamento.  Oltre 4mila e 200 aziende di questo settore hanno usufruito della deduzione extra per i beni materiali pari ad un investimento di circa 4 miliardi e 250 mila euro (86% del totale), a seguire, in ordine decrescente il settore del commercio (5%), utilities e costruzioni.
Nel settore manifatturiero l’industria dei prodotti in metallo è quella che ha maggiormente goduto della misura, registrando investimenti per il 26% della quota totale del settore. Se si considera l’investimento medio per impresa, è l’industria del coke e raffinazione petrolifera che emerge con una media di 25 milioni di euro, seguita dalle produzioni chimiche (3,4 milioni) cartarie (2,0) e delle bevande (1,7), delle lavorazioni dei materiali non metalliferi (1,9), della metallurgia (1,7) e dell’automotive (1,6).  

Questa classifica è influenzata dalla diversità di utilizzo dei capitali, non tutti i settori, infatti, prevedono l’impiego di macchinari e apparecchiature industriali o software nei loro processi produttivi. Parlando di dimensioni, sono le piccole e medie imprese quelle che hanno approfittato della misura governativa, circa due terzi del totale delle risorse investite per l’acquisto di beni strumentali materiali sono stati assorbiti da imprese con meno di 250 addetti. Infine sono le imprese del Nord Italia a farla da padrone nell’uso del iper ammortamento anche se il Lazio vanta un tasso di innovazione tecnologica in costante crescita ha assorbito solo l’1,8% di investimenti in tecnologie digitali.  

Vale la pena ricordare che nel prossimo piano UE sono previsti 9 miliardi di investimenti che sperabilmente l’Italia potrà destinare a misure di supporto all’industria.