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Business Assurance - Viewpoint

Economia circolare: come stanno cambiando le aziende?

I Leader: Impatto e Approccio

I fattori interni dominano la transizione

Tra i Leader (96 aziende, pari al 12,1% del campione), l’84,4% ha già posto l’economia circolare al centro delle attuali strategie di business, con l’obiettivo di generare valore economico mitigando al contempo gli impatti ambientali. I principali driver per la transizione sono la possibilità di sostenere e rafforzare le strategie di sostenibilità (70,8%) e i risparmi sui costi (69,8%). Seguono la brand reputation (49%) e le richieste, l’engagement e la retention dei consumatori (35,4%). I Leader appaiono più predisposti a cogliere appieno il potenziale dei modelli di business basati sull’economia circolare: il 29,2%, infatti (rispetto al 16,6% del campione), ne riconosce la capacità di dare accesso a nuovi flussi di ricavi.  

Maggiori progressi sull’innovazione di prodotto e dei modelli di business

I due modelli di business circolari prevalenti tra i Leader sono il recupero di risorse (84,9%) e l’estensione della vita del prodotto (72,2%), seguiti dall’adozione di forniture circolari, cioè la sostituzione di risorse tradizionali con altre completamente rinnovabili, riciclate o alternative (56%) e da modelli più recenti quali il product-as-a-service (PaaS) (40,5%) e le piattaforme di sharing (40,2%). I Leader stanno implementando modelli di business circolari a un ritmo molto più intenso rispetto alla media del campione, in particolare tra i modelli più recenti o meno adottati, come il product-as-a-service (es. leasing, pay-per-use) e le piattaforme di sharing (es. car sharing, affitti temporanei). 

Il target più comune è la catena di fornitura

La creazione di una supply chain più sostenibile (67,7%) è di gran lunga l’azione più implementata dai Leader al fine di raggiungere un approccio più circolare. A questa fanno seguito la progettazione del prodotto considerando gli impatti sull’ambiente e le risorse durante il suo intero ciclo di vita (60,4%), la riduzione nell’uso di materie prime vergini (57,3%) e gli investimenti tecnologici (53,1%).

Un approccio più sistematico alle metriche e misurazioni aziendali

I Leader stanno applicando in modo più sistematico metriche e misurazioni. Il 54,3% ha inoltre determinato il livello iniziale di circolarità, ha cioè stabilito una baseline, e il 68,8% ha fissato obiettivi e target specifici, mentre gli indicatori di performance sono stati definiti dal 60,4%. Anche i Leader stessi, tuttavia, sembrano fare largo uso di schemi di misurazione interni (78,6%) anziché applicare quelli definiti da organizzazioni come la Ellen MacArthur Foundation e il World Business Council for Sustainable Development (WBCSD). 

La carenza di incentivi e definizioni è il principale ostacolo

I principali ostacoli alla transizione affrontati dai Leader durante la progettazione e implementazione sono l’assenza di incentivi normativi ed economici attrattivi per la progettazione sostenibile (41,9%) e di definizioni tecniche e legali condivise dei concetti di ‘rifiuti e ‘circolarità’ (35,5%). Bassa consapevolezza, competenze e capacità (11,8%) rappresentano un problema in misura minore alla media per i Leader. Inoltre, i leader coinvolgono con maggiore frequenza i propri partner nelle iniziative di economia circolare. Il 50% collabora con operatori del riciclaggio e servizi di manutenzione, il 45,7% con aziende delle proprie catene di fornitura, il 24,5% con operatori logistici specializzati e il 23,4% con fornitori tecnologici.  

Risparmi sui costi e reputazione in vetta tra i vantaggi

In termini di vantaggi derivati dall’implementazione di modelli di business circolari, il 63,8% rileva risparmi sui costi, il 54,3% un miglioramento della propria immagine pubblica e brand reputation e il 48,9% un miglioramento nella conformità con i requisiti legali e normativi. Due in particolare le aree in cui i Leader si dimostrano più maturi rispetto alla media. Il 41,5% (contro il 21,6% in media) ha avuto accesso a nuovi flussi di ricavi, mentre il 50% (rispetto al 32,6% in media) ha ottenuti un vantaggio competitivo.

La comunicazione delle performance è più diffusa 

I Leader comunicano in maggior misura le performance dei prodotti o delle iniziative circolari. Il Bilancio di Sostenibilità è utilizzato dal 48,9%, mentre il 46,8% comunica attraverso il sito web aziendale site o altri canali di comunicazione istituzionali. Il 34%, inoltre, condivide informazioni tramite l’etichetta del prodotto. Sebbene i Leader comunichino in misura maggiore anche le verifiche di terza parte di un prodotto o un’iniziativa, l’uso dei canali è in gran parte lo stesso delle altre aziende. Il 46,2% condivide dichiarazioni verificate nel Bilancio di Sostenibilità, il 45,1% utilizza il sito web e il 27,5% comunica attraverso il prodotto stesso. Il valore aggiunto apportato da enti di terza parte ai progetti circolari è riconosciuto dal 49,5%, che ne riconosce la capacità di incrementare la fiducia nei clienti e consumatori. Il 47,1% dichiara che aiuta anche a dimostrare la conformità agli enti regolatori e il 46,4% che accresce la fiducia nell’efficacia delle iniziative da parte della proprietà e del top management. 

Maggiore ricorso agli esperti e le soluzioni digitali

I modelli circolari richiedono competenze multidisciplinari. I Leader coinvolgono un maggior numero di esperti in tutte le discipline nei team che lavorano ai progetti di economia circolare (specialmente risorse interne, per il 73,4% negli ambiti della strategia, oltre che delle operations e della supply chain). I Leader fanno maggiore affidamento sulle soluzioni digitali a supporto dei progetti di economia circolare. Le tecnologie digitali prevalenti sono l’information & data management (46,9%), le soluzioni di tracciabilità e piattaforme IoT (32,3%) e il supporto alle decisioni di business (29,2%). Il 22,9% utilizza piattaforme per la condivisione di asset e informazioni, il 20,8% soluzioni smart per la progettazione digitale (20,8%) e il 19,8% applica meccanismi per incentivare i comportamenti circolari. I marketplace digitali sono utilizzati dal 15,6%.

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