Come costruire supply chain sostenibili nel Food & Beverage: il ruolo chiave di tracciabilità e digitalizzazione
In un panorama globale sempre più complesso e instabile, il settore alimentare è chiamato a trasformare le proprie supply chain per affrontare sfide ambientali, geopolitiche ed economiche in rapida evoluzione.
In un contesto globale caratterizzato da instabilità climatica, crisi geopolitiche e pressioni crescenti sui margini di profitto, il settore del Food & Beverage è chiamato a ripensare radicalmente le proprie catene di fornitura. I consumatori chiedono trasparenza, le normative impongono responsabilità e il mercato premia le aziende in grado di dimostrare impegni concreti in materia di sostenibilità.
Come affrontare questa transizione? Secondo il report DNV “Il futuro delle filiere alimentari sostenibili”, la risposta passa da un approccio integrato che coniughi sostenibilità ambientale e sociale, digitalizzazione e capacità di gestione dei rischi.
Sostenibilità delle supply chain alimentari: una priorità guidata da consumatori e regolatori
Il primo dato che emerge dal report è inequivocabile: per il 75% degli intervistati del settore Food & Beverage, la sostenibilità è oggi una priorità strategica nella gestione della supply chain. Una percentuale significativamente più alta rispetto ad altri settori industriali. La spinta arriva da più direzioni: la leadership aziendale è sempre più coinvolta nel definire strategie sostenibili, mentre la domanda dei consumatori – soprattutto delle nuove generazioni – si concentra su aspetti come l’origine delle materie prime, l’impatto ambientale della produzione e la trasparenza delle etichette.
Se la domanda dal mercato spinge verso la sostenibilità, le normative impongono sempre più requisiti stringenti. Le aziende devono, quindi, dotarsi di strumenti per monitorare, verificare e comunicare in modo credibile le proprie performance ESG, evitando rischi legali e reputazionali.
Per rendere concretamente sostenibile una supply chain alimentare è necessario intervenire su diversi fronti:
- Ridurre le emissioni di carbonio lungo tutta la filiera, adottando energie rinnovabili, ottimizzando i trasporti e migliorando l’efficienza energetica dei processi produttivi.
- Scegliere fornitori responsabili, valutando non solo aspetti economici ma anche criteri ambientali, sociali ed etici, con audit regolari e monitoraggi anche oltre il primo livello.
- Evitare la deforestazione e promuovere pratiche agricole rigenerative, che conservino la biodiversità e migliorino la qualità del suolo.
- Investire in tracciabilità e tecnologie per verificare l’origine e la conformità delle materie prime, anche in contesti difficili e frammentati.
- Educare e coinvolgere i partner della filiera, supportando agricoltori e fornitori nell’adozione di buone pratiche ambientali e sociali.
- Monitorare e migliorare gli impatti sociali, combattendo il lavoro minorile e garantendo condizioni di lavoro dignitose.
Solo un approccio olistico, che unisca visione strategica, impegno operativo e strumenti tecnologici, può portare a una supply chain alimentare veramente sostenibile e in linea con le aspettative del mercato e delle autorità.
Tracciabilità e trasparenza: guardare oltre il primo livello
Una delle sfide più complesse nella gestione di supply chain alimentari sostenibili è garantire la tracciabilità completa delle materie prime, dei processi e dei fornitori. Non basta conoscere il proprio fornitore diretto: la vera sostenibilità richiede una visibilità multilivello, che includa anche i subfornitori e le attività localizzate in aree geografiche complesse. Per garantire questa tracciabilità in modo efficace, è necessario implementare un sistema integrato che combini tecnologia, processi e validazione indipendente. Ecco i principali elementi da considerare:
- Mappatura della filiera. Il primo passo consiste nell’identificare tutti gli attori coinvolti, dalla produzione agricola fino alla distribuzione. Ciò significa raccogliere dati aggiornati su chi sono i fornitori, dove operano e quali materiali o ingredienti forniscono. Questo lavoro di mappatura deve essere esteso anche ai fornitori di secondo e terzo livello.
- Digitalizzazione dei dati e sistemi interoperabili. Una tracciabilità efficace richiede che le informazioni siano centralizzate, strutturate e accessibili. È fondamentale adottare sistemi digitali interoperabili, come piattaforme di supply chain management, Enterprise Resource Planning (ERP) integrati o sistemi basati su blockchain, in grado di raccogliere dati in tempo reale e condividere informazioni affidabili tra i diversi stakeholder.
- Tecnologie abilitanti. L’utilizzo di sensori IoT, codici QR, Radio-Frequency Identification (RFID) e immagini satellitari può fornire un monitoraggio continuo delle condizioni ambientali, dei processi logistici e dell’origine geografica delle materie prime. La tracciabilità geolocalizzata permette di individuare con precisione l’origine dei prodotti e rilevare eventuali deviazioni dai requisiti di sostenibilità o sicurezza.
- Audit e verifiche regolari. Accanto agli strumenti digitali, resta essenziale un controllo umano qualificato: audit di seconda parte sui fornitori critici, ispezioni in campo, verifiche documentali e assessment periodici. Il coinvolgimento di un ente terzo consente di aumentare l’affidabilità delle informazioni e dimostrare la conformità a standard riconosciuti.
- Indicatori e KPI ESG. Una volta garantita la raccolta strutturata dei dati, è possibile impostare indicatori di performance (KPI) per monitorare gli impatti ambientali e sociali lungo la filiera: emissioni di CO₂, consumo idrico, rispetto dei diritti umani, condizioni di lavoro, utilizzo del suolo. Questi KPI sono fondamentali per misurare i progressi e comunicare in modo trasparente con gli stakeholder.
- Formazione e coinvolgimento della filiera. Infine, la tracciabilità non può funzionare senza il coinvolgimento attivo di tutti gli attori. È importante promuovere la formazione dei fornitori, facilitare l’adozione di buone pratiche e costruire un rapporto di collaborazione basato sulla condivisione di obiettivi e valori comuni.
Digitalizzazione: la leva per una supply chain “Lean & Green”
La trasformazione digitale rappresenta una leva fondamentale per rendere le supply chain alimentari più sostenibili, trasparenti ed efficienti. Il report di DNV evidenzia come, nel settore Food & Beverage, la digitalizzazione sia già la seconda priorità strategica per le aziende, subito dopo la sostenibilità. Tuttavia, il comparto è ancora in ritardo rispetto ad altri settori in termini di adozione delle tecnologie digitali. La sfida principale è colmare il digital gap, che riguarda non solo la tecnologia in sé, ma anche i dati, le competenze e l’integrazione dei processi.
Il primo passo è costruire una base dati solida, mappando i flussi di dati esistenti, individuando le lacune e implementando strumenti per la data governance, assicurandosi che i dati siano aggiornati, verificabili e accessibili.
Non è necessario implementare fin da subito sistemi complessi e costosi. Al contrario, le tecnologie più efficaci sono quelle modulari e scalabili, in grado di integrarsi con i sistemi esistenti. Tra le soluzioni più promettenti:
- IoT (Internet of Things) per il monitoraggio di parametri ambientali e logistici in tempo reale.
- Sistemi di tracciabilità digitali basati su codici QR o RFID.
- Piattaforme collaborative per la gestione della documentazione ESG dei fornitori.
- Blockchain per la certificazione dell’origine e delle pratiche di sostenibilità.
- Digital Twin per la simulazione dei processi e il calcolo degli impatti in scenari alternativi.
Una supply chain digitale e sostenibile richiede il coinvolgimento di tutti gli attori, inclusi i fornitori di primo, secondo e terzo livello. Le aziende leader stanno iniziando a condividere le proprie piattaforme digitali con i fornitori o a fornire accesso facilitato a strumenti digitali che migliorano il flusso informativo e la collaborazione.
Infine, è importante scegliere partner di fiducia che possano affiancare l’azienda non solo nella scelta delle tecnologie, ma anche nella validazione dei dati, nella conformità normativa e nella certificazione delle performance ESG.
Costruire supply chain sostenibili nel Food & Beverage non è più una scelta differenziante, ma una condizione necessaria per restare competitivi, attrarre investimenti e rispettare le regole del mercato.
La tecnologia, se supportata da processi solidi e da una visione strategica, può accelerare questa trasformazione.
21/07/2025 14:04:00