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Gestione delle eccedenze alimentari

Ridurre lo spreco alimentare è un’opportunità per innovare lungo la catena del valore.

Nel percorso dall'agricoltore al supermercato sino alla nostra tavola, molto del cibo che produciamo non arriva ad essere consumato. La FAO stima gli sprechi alimentari in 1,3 miliardi di tonnellate all’anno, considerando l’intera filiera produttiva.

In Italia, secondo la ricerca "Surplus Food Management Against Food Waste. Il recupero delle eccedenze alimentari. Dalle parole ai fatti" promossa dal Politecnico di Milano e dal Banco Alimentare, sono 5,6 milioni le tonnellate di cibo prodotte in eccedenza in un anno lungo la filiera agroalimentare italiana, dai campi al consumatore finale, di cui 5,1 milioni divengono spreco.

Le eccedenze alimentari, intese come cibo adatto al consumo ma che per varie ragioni non viene venduto o consumato sono un costo non solo sociale, ma anche economico ed ambientale. Basti pensare che nel complesso in Italia si perdono 12,6 miliardi di euro all’anno e si emettono in atmosfera 13 milioni di tonnellate di CO2 equivalente.

In tale contesto, in linea con i principi dell’Economia Circolare, è stata emanata la Legge n. 166 del 19/08/2016, con l’obiettivo di ridurre gli sprechi nelle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari attraverso:

  • il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari a fini di solidarietà sociale;
  • la limitazione degli impatti negativi sull'ambiente e sulle risorse naturali mediante azioni volte a ridurre la produzione di rifiuti e a promuovere il riuso e il riciclo al fine di estendere il ciclo di vita dei prodotti;
  • la riduzione delle quantità dei rifiuti biodegradabili avviati allo smaltimento in discarica;
  • il contributo ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori, con particolare riferimento alle giovani generazioni.

L’applicazione della Legge n.166/2016 richiede una gestione strutturata della eccedenza alimentare, i cui cardini sono:

  1. Sistematizzazione e formalizzazione del processo di gestione delle eccedenze
  2. Esistenza di un sistema di controllo per la misura e la gestione del fenomeno
  1. Tracciatura e monitoraggio della filiera del processo di conferimento dell’eccedenza

Cosa può offrire DNV

DNV è in grado di supportare le aziende clienti nella definizione di protocolli “ad hoc” per la gestione delle eccedenze alimentari. 

Inoltre, per le organizzazioni che hanno già definito un proprio Sistema di Gestione delle eccedenze alimentari, DNV  offre servizi di assurance che prevedono:

  •       La valutazione di conformità del Sistema di Gestione delle eccedenze alimentari rispetto ad un protocollo di riferimento;
  • La validazione dei dati di misura dell’eccedenza e dei dati relativi alla sua destinazione finale (donazione, recupero per trasformazione, rifiuto);
  • Audit sulla filiera del processo di conferimento dell’eccedenza al fine di verificare il rispetto delle norme igienico sanitarie e del destino dell’eccedenza donata.

Quali sono i benefici di un Sistema di Gestione delle eccedenze alimentari?

Permette di comunicare l’impegno dell’organizzazione nel recupero efficace delle eccedenze alimentari dimostrandone l’attenzione e l’impegno nella riduzione degli sprechi e la sostenibilità del suo operare nei confronti della comunità e del territorio.

Favorisce il coinvolgimento di tutte le persone dell’azienda in un processo virtuoso creando valore e aumentando la motivazione e il consenso verso le policy aziendali.

L’implementazione e la verifica del Sistema di Gestione, offre una garanzia sul percorso effettivamente seguito dalle eccedenze alimentari, rendendo trasparente il processo di controllo e diminuzione degli sprechi.

Permette di risparmiare, grazie alla riduzione della tariffa rifiuti proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti oggetto di donazione.